Buongiorno, carissime lettrici!
Una delle domande che mi viene posta spesso riguardo al profumo è il perché del suo costo, che il più delle volte tende al medio-alto. È innegabile: il profumo è ancora considerato un bene di lusso, certo più a portata di mano di altri articoli concernenti la moda, il beauty e il benessere, ma comunque richiede lo stesso un piccolo investimento.
Il prezzo alto ha delle motivazioni, a volte più che legittime, altre meno. Molti profumi – soprattutto quelli storici e quelli prodotti da piccole case di profumeria artistica – utilizzano materie prime davvero molto costose anche per chi le raccoglie e le lavora (in un articolo precedente ho già citato l’assoluta di iris, che al chilo costa più dell’oro!) e, per quanto si cerchi di limare i costi attraverso la produzione, per garantire un margine di guadagno questi devono essere per forza alti, soprattutto per le piccole case profumiere che producono quasi sempre quantità molto ridotte. Altre volte, invece, il costo non è dato dalla qualità delle materie prime, bensì da semplici cause di marketing: la fragranza in sé non è niente di speciale, ma bisogna pagare il famoso testimonial che viene scelto per il video pubblicitario, lo studio e la realizzazione del packaging, la pubblicità sulle riviste e in televisione…tutte queste variabili fanno lievitare i costi – e non di poco.
Vale sempre e comunque la pena, allora, di investire in un profumo? La mia idea è che è bello premiarsi con un piccolo lusso di tanto in tanto – per festeggiare un successo o celebrare una ricorrenza – e il profumo resta uno tra i più accessibili.
Inoltre, comprare un profumo storico di una maison che è sul mercato da anni è paradossalmente come acquistare un quadro o una scultura: il suo valore è destinato ad aumentare nel tempo (soprattutto perché molti profumi storici modificano la loro composizione base dopo diversi anni, e si arriva quindi a possedere un vero e proprio “reperto archeologico” della storia del profumo) e basta dare un’occhiata su Ebay per vedere decine di vendite di profumi d’antan che fruttano al loro precedente proprietario anche diverse centinaia di euro.
Molti potrebbero obiettare che il profumo si “usa”, quindi prima o poi finisce ed è dunque un investimento a breve termine. Io ribatto dicendo che il profumo è un bene che viene vissuto, che tinge d’indimenticabile molti nostri momenti e ricordi, e che quindi non deve mai essere visto come qualcosa a “perdere”, solo perché viene fisicamente consumato.
Detto questo, per chi vuole provare a risparmiare qualcosa le alternative sono comunque molteplici. Per prima cosa, ci sono diversi brand che propongono le loro fragranze, spesso anche molto buone, a un prezzo ragionevole. Oppure, si può optare per la versione acqua profumata della propria fragranza preferita, che non contiene alcol, è perfetta per l’estate e costa in genere qualche decina di euro in meno del profumo vero e propria.
Un altro piccolo trucco, soprattutto per quanto riguarda i profumi commerciali, è rimandare l’acquisto a qualche mese dopo la prima uscita. Il clamore della campagna pubblicitaria è passato, i costi sono stati già in parte ammortizzati e quindi può succedere che il prezzo della fragranza venga un po’ ribassato.
Infine, ricordate sempre che l’eau de toilette costa sempre un po’ di meno dell’eau de parfum, e l’effetto sulla pelle è quasi identico!
nandida dice
Un altro piccolo trucco per risparmiare e chiedere alla vostra profumeria di fiducia di vendervi un tester. Per quanto sia “scorretto” commercialmente acquistarlo si paga sempre a non meno del 30% del prezzo di listino del profumo ma senza il scatolo/packaging esterno (ekkissenefregadelloscatolino) 😉
Silvia dice
L’effetto sulla pelle dell’EDT rispetto all’EDP non può essere quasi identico per via di una maggiore concentrazione di essenza l’uno rispetto all’altro.. l’EDT risulta molto meno persistente, per questo, sulla pelle! :)) Questo spiega anche la differenza di prezzo… ciao! 🙂
Maddalena dice
Silvia, hai ragione e grazie per averlo specificato 🙂 intendevo dire che, se questo permette di risparmiare un po’, non è una differenza così sostanziale da scoraggiare completamente l’acquisto.
C’è da dire anche, però, che l’eau de parfum si differenzia dall’eau de toilette poiché contenendo più essenza è più “prezioso” (e fedele alla formula originale se si tratta di un profumo storico, cosa che invece spesso nell’eau de toilette non accade poiché la composizione viene modificata nel corso del tempo), ma non è tanto la maggior concentrazione di essenza che ne aumenta la durata, quanto la percentuale di alcool che è più alta (80-90% rispetto a un 75% medio per l’eau de toilette) poiché la durata e la persistenza di un profumo è data principalmente da questo, per esempio le acque profumate che non ne contengono affatto svaniscono quasi subito 😉
Nandida: grazie per la dritta 😀