Carissimi, da appassionata del genere è un piacere condividere con voi qualche curiosità sul tatuaggio, particolare, antica e personalissima forma di body art che… o si ama o si odia, in ogni caso è interessante da conoscere in modo più approfondito.
Sapevate che…
– La mummia del Similaun, per gli amici “Oetzi”, rinvenuto nel ’91 sui ghiacciai altoatesini, con i suoi oltre 5000 anni è l’essere umano tatuato più antico di cui abbiamo conoscenza. I segni sulla sua pelle non sono elaborati e sono tracciati in corrispondenza di punti in cui gli scienziati hanno rilevato lesioni di vario tipo. Questo indica una valenza “magica” dei simboli, probabilmente parte integrante di un rituale di guarigione.
– Oetzi non è l’unica mummia tatuata. Dall’Egitto alla Siberia al Perù, in molte parti del mondo la terra ha restituito le vestigia di uomini e donne con segni impressi sulla pelle. La fortissima valenza comunicativa di tali disegni è confermata dal fatto che, nella maggior parte dei casi, sono ancora una volta legati a rituali di passaggio, specialmente se riguardavano guerrieri, o all’appartenenza tribale o di classe sociale (elevata, per potersi permettere un Artista del corpo).
– In antichità, piuttosto che immettere il pigmento nell’epidermide tramite un ago, si preferiva incidere direttamente le linee che si desiderava colorare e solo dopo “riempirle” pressandovi sopra cenere o altri coloranti naturali.
– La ritualità e le religioni hanno sempre camminato al fianco della forma espressiva del tatuaggio. Basti pensare che anche all’interno della cristianità esistevano diverse posizioni che andavano dal rigetto della decorazione del corpo, ancora vicina a pratiche tribali, al consenso. Quest’ultima è la linea che si è rivelata più fortunata: papa Adriano I ha posto fine alla pratica dei tatuaggi devozionali solo nel 787… Senza però riuscire ad estirparla del tutto.
– Il tatuaggio acquistò nuova notorietà in Europa parecchi secoli dopo, grazie alle esplorazioni dei grandi navigatori che venivano a contatto con popolazioni, come quella polinesiana o nipponica, in cui la tecnica era intatta e fiorente. Per questo motivo le radici del tatuaggio moderno, e molta dell’estetica del repertorio “old style”, sono da ricercare nella tradizione marinaresca. Anche la superstizione dei tatuaggi dispari viene da questo mondo: alla prima traversata infatti era uso tatuarsi quando si saliva a bordo, quando si arrivava a destinazione e, infine, una volta tornati a casa. Avere su di sè solo due tatuaggi significava essere ancora in viaggio…
Dopo un po’ di storia vi aspetto per la prossima puntata sulle ultime frontiere del tattoo. Ahoi!
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