Nel corso della storia, ieri come oggi, sia gli uomini che le donne hanno sempre prestato una particolare attenzione all’acconciatura dei capelli. Diderot diceva che un’acconciatura eseguita a regola d’arte contribuisce a rendere attraente una testa femminile e a valorizzare i lineamenti maschili. Il filosofo francese ha certamente ragione, ma non si deve dimenticare che la pettinatura è strettamente legata e condizionata dalla moda; anzi, è precisamente quest’ultima a decidere in che cosa consista un aspetto attraente reso dalla propria chioma .
Acconciature di ieri ed oggi
I popoli più antichi, gli Assiri, i Persiani e gli Egiziani amavano le pettinature imponenti, supplendo all’eventuale carenza di capelli naturali, con l’uso di magnifiche parrucche. Splendide quelle egiziane. Sempre nell’antichità si ricorreva alla tintura (il rosso sarà amatissimo dalle matrone romane così, come, il biondo per le madonne rinascimentali) e all’ondulazione artificiale dei capelli: i Greci se li acconciavano in morbidi riccioli intorno alla testa e le donne rialzavano le ciocche con nastrini. I capelli lisci e incolti erano considerati segni di lutto.
A differenza dei Germani e dei Celti che li elargivano come simbolo di potere e potenza.
Nel Medioevo i capelli lunghi oltre la schiena e sciolti erano appannaggio delle donzelle nubili, mentre le donne sposate li legavano in trecce adornando il capo con una cuffia oppure imprigionando i capelli ai due lati del capo con reticelle di filo sostenute da un cerchietto metallico. Spesso la reticella era impreziosita da perle e gioielli e da un velo che scendeva ricoprendo la parte posteriore della testa, fissato sulla nuca oppure drappeggiato e ricadente sulle spalle.
L’epoca più ricca nella storia della pettinatura fu certamente quella del rococò (1730-1789), quando la ricercatezza delle acconciature raggiunse l’apice, con il grande impiego di parrucche, pizzi, fiori, nastri, pettinini e altri ornamenti. Una moda nata allora in Francia che fu una delle più grandi passione delle dame francesi vezzose e vanitose.
Sembra sentirle, sedute su una poltroncina, dedite alla toillettes, intente a dire alla propria servitù, queste frasi: “Vorrei tanto provare un’acconciatura piuttosto scomoda, ma di gran moda: si tratta di alcune bottigliette piatte e ricurve in modo da adattarsi alla forma della testa, e piene d’acqua, in cui saranno infilati fiori naturali. L’idea non sarà facile, ma se riuscirà sarà splendida: una primavera in testa, tra la cipria candida come neve e di effetto incantevole”.
Certo che, la parola estremismo ben riflette l’evoluzione delle acconciature del tempo. Esagerazioni mai viste, investite da pura follia. Acconciature che torreggiavano sulla testa fino ad arrivare ad un eccesso di 90 cm. Questa altezza colossale sulla quale poi vi si aggiungevano decori e ornamenti ancor più discutibili, veniva ottenuta costruendo l’acconciatura su una base formata da un cuscino imbottito o irrigidito con stoppa o crine di cavallo. A questa struttura venivano poi aggiunti capelli fini. Il risultato? Una piramide di riccioli risalenti dalla base fino al vertice, fissati con una pomata e della cipria, tanto da rimanere intatte per diverse settimane senza scomporsi. Un ideale rifugio per pidocchi, lendini ed altri parassiti. Fu proprio per alleviare il prurito provocato da questi ospiti indesiderati che venne inventata una stecca a forma di forchetta, chiamata “grattaschiena”.
Gli umoristi, naturalmente, andarono a nozze. Così come le anglosassoni che guardavano con orrore a questa mancanza di gusto. Tant’è che “se una parigina”- dicevano -“arrivasse conciata così a Londra, la fischierebbero per strada”.
Dopo i tumulti della Rivoluzione Francese le pettinature diventarono (meno male!!) più semplici e corte: una ciocca di capelli spazzolata in avanti a coprire la fronte, ed il resto raccolto dietro e legato a formare un nodo di riccioli. Si cercava di avvicinarsi ad un ideale classico grazie, anche, all’uso di ornamenti quali perline, coroncine, piume, pettinini, diamanti, topazi e gioielli antichi.
Nell’Ottocento i capelli adottarono diverse pettinature: divisi in mezzo e tirati verso i lati, dai quali scendevano una cascata di riccioli fino alla crocchia del periodo vittoriano che avvolse i capelli tirati indietro a coprire le orecchie.
Il gusto “Liberty” dei primi del Novecento trovò la sua più felice espressione nei pettinini di pallido corno con applicazioni di ramoscelli di vischio e libellule scintillanti che adornavano chignon sulla nuca mentre una frangia ricadeva sulla fronte.
Capelli alla maschietta, scriminatura laterale, con capelli raccolti in una cloche di feltro e che nascondeva tutta la fronte con un ricciolo della frangia che poteva ricadere sulla guancia per le suffragettes.
Con lo scoppio della guerra le pettinature si sovrapponevano di chignons precedendo la mania di tuppè e parrucche dei Sessanta per poi tornare ad uno stato liscio e nature con i Settanta.
Negli Ottanta immancabile la permanente e la cotonatura iper gonfia; casual spettinato di matrice grunge nei Novanta contrapposto a geometrici lisci.
E nel Duemila?
Iconica Rihanna che ad ogni apparizione ci dà un taglio. Diverso, sempre. Corto, lungo, rasato, con ciocche punk…non finisce mai di stupire. Spesso ispirandosi al passato: chi non ricorda quella splendida acconciatura con treccia rinascimentale?! Chissà quale sarà la prossima..
Anna Carella dice
Il mio periodo ideale é quello del rococo mi sarebbe piaciuto avere un parruccone con fiocchi e pizzi 🙂
Scyntilla (Maria Chiara) dice
Ciao Anna!!!Anche io adoro quel periodo così vezzoso!!!Ed anche le acconciature rinascimentali intrecciate a perle e gioielli!! 🙂