Cosa c'è nei cosmetici? Te lo svela Biotiful

Negli ultimi anni si parla sempre di più di cosa contengono i cosmetici. Dibattiti e dibattiti sul web hanno come tema centrale l’INCI ( International Nomenclature of Cosmetic Ingredients), ossia gli ingredienti dei cosmetici. Ma la lista degli ingredienti non è sempre così facile da decifrare. Milioni di consumatori pensano di comprare ed utilizzare prodotti ottimi ed invece comprano magari prodotti con ingredienti pessimi. Le etichette non ci sono molto d’aiuto: nomi strani, magari in latino ci rendono la vita e la scelta ancora più difficile.

Per aiutarci a districarci in questo misterioso labirinto e per scoprire i cosmetici più sani, da qualche mese è disponibile un sito con un’applicazione davvero utile e innovativa: Biotiful, creato con allo scopo di dare tutte le informazioni su un cosmetico, nella maniera più veloce e semplice possibile.

Attenzione! Non pensate erroneamente che questo sito elogi il biologico e condanni la chimica. No! Bioutiful cerca di essere il più obiettivo possibile, stilando una valutazione oggettiva sugli effetti dei prodotti. Viene infatti svolta un’analisi approfondita sui singolo ingredienti che compongono un prodotto. Per la valutazione si tiene conto di più fattori, poiché non possono essere etichettati come nocivi soltanto i componenti notoriamente dannosi per l’uomo, ma anche quelli prodotti a discapito dell’ambiente e quelli che non sono ancora stati sufficientemente controllati.

“L’obiettivo – spiega Damiano Rodriguez, amministratore e fondatore di Biotiful – è quello di colpire le aziende che lucrano sull’utilizzo di questi componenti pericolosi per la salute, che potrebbero essere facilmente sostituiti con equivalenti meno dannosi”.

Ma l’applicazione creata ha dato una svolta positiva al successo di questo sito. Con questa app la fotocamera del cellulare o dell’iPad,con l’utilizzo di una connessione internet, si trasforma in uno scanner e legge il codice a barre del prodotto.Poi sarà perfettamente in grado di fornire in tempo reale la valutazione dell’Inci e la lista di ogni singolo ingrediente con accanto il bollino di sostenibilità (verde, giallo, rosso, teschio).

Dopo aver avuto l’idea dell’applicazione “il primo passo da fare era quello di avere una banca dati piena, che fornisse oltre i nomi degli ingredienti anche le relative valutazioni. – racconta Damiano Rodriguez – Ho cercato come prima cosa, una fonte ufficiale che mi garantisse un punto di partenza per la questione delle valutazioni, trovandola in CosIng, il database creato dall’Unione Europea che specifica quali sono gli ingredienti consentiti e quali no all’interno dell’Europa”.

Nel database di Bioutiful troviamo già 25mila prodotti ma è un numero destinato a crescere di giorno in giorno. “Questo grazie alla qualità dei nostri utenti, senza i quali Biotiful non sarebbe potuto diventare la realtà che è oggi. – dice il suo creatore – Gli utilizzatori di Biotiful, oltre a voler conoscere cosa utilizzano sul proprio corpo, vogliono anche che queste informazioni siano disponibili per tutti. Personalmente la ritengo una cosa meravigliosa”.

Unico neo le pressioni ricevute dalle casa di cosmesi che Rodriguez ammette di aver ricevuto “ultimamente sempre più spesso. Siamo costretti a rimuovere prodotti che magari alcune aziende non vogliono far vedere valutate sopra il sito, molto spesso con minacce di azioni legali. Inutile dire che sono sempre valutazioni negative quelle che vengono rimosse”.

A breve poi gli utenti saranno ancora più coinvolti grazie alla possibilità di fare recensioni e di poter condividere impressioni ed opinioni su ogni singolo prodotto.

L’applicazione mobile è la più gettonata, in Italia, Biotiful si appresta a superare i 50mila downloads solo su Android. “Sono cifre da capogiro considerando che non abbiamo mai speso un euro per pubblicizzarci – sottolinea con soddisfazione Rodriguez – e nella categoria Stile di Vita siamo sempre nella Top 30 in Italia, insieme ad applicazioni del calibro di Tezenis, Ikea, Pull&Bear o Zara. Noi abbiamo soltanto il potere del passaparola, mentre quelle citate sono multinazionali gigantesche”.

E voi non siete curiose di provare questa app?