“Erano i capei d’oro a l’aura sparsi
che ‘n mille dolci nodi gli avolgea”
Eh, sì..Quante di noi abbiamo sognato una capigliatura angelicale, eterea (dis)fatta da morbide trecce impreziosite da perle e fili d’oro che il vento si diverte a scomporre.
Oppure, una boccolosa e decisamente acconciatura imponente alla Maria Antonietta? O, ancora, e quì un pizzico di invidia c’è, in quel modo di cotonore i capelli rendendoli seducenti e corposi come eran solite fare con facilità le donne nei Sessanta -vedi la Bardot-?!
Ecco a voi una serie di acconciature che hanno caratterizzato i diversi secoli connotando con il loro intrecciarsi e arricciarsi, gonfiarsi o perfetto aplomb, il nostro curioso immaginario.
A la chinoise: una pettinatura femminile in voga negli anni Trenta del XIX secolo che prevedeva i capelli arrotolati lateralmente a cilindro e raccolti, sulla nuca, in una crocchia nella quale veniva appuntata una spilla da ornamento.
A l’Agnès Sorel: acconciatura da sera, di moda intorno al 1845. Deve il suo nome alla celebre amante del re di Francia Carlo VII, alla vita della quale si ispirò Voltaire per la sua “Pulcella di Orléans”. I capelli vengono divisi da una scriminatura centrale attraversata da un nastro, e raccolti in una crocchia sulla nuca
A la Maintenon: pettinatura della metà del secolo XVII, chiamata così in onore della marchesa di Maintenon, divenuta mogli di Luigi XIV. I capelli si dividono in una scriminatura centrale, sono rialzati e disposti ordinatamente in boccoli.
A la Sévigné: in voga tra il 1650 e il1660, prese il nome dalla marchesa Marie de Sévigné, una delle dame più illustri dei saloti parigini, e celebre per le sue “Lettere”. L’acconciatura lascia libera la fronte, mentre i capelli arricciati o ondulati, vengono trattenuti da un nastro all’altezza delle orecchie, ricadendo, poi, sulle spalle.
Alla Tito: pettinatura femminile ispirata all’antichità classica e apparsa durante la Rivoluzione Francese. I capelli vengono tagliati corti e disposti in riccioli che ricoprono interamente la testa, ricadendo sulla fronte. Un suo ritorno lo si vedrà negli anni Quaranta, quando i deliziosi ricciolini spunteranno sotto cloche e foulard.
Escoffion: acconciatura femminile dei secoli XIV e XV. Si tratta di una reticella che raccoglie i capelli sciolti, con le punte arrotolate all’interno. In Francia, sulla reticella veniva appuntato un velo. Questa acconciatura è solita vederla nei dipinti del nostro Rinascimento caratterizzati proprio da questa reticella a cuffietta che raccoglie morbidamente i capelli. In Francia ed Inghilterra, la rete era tesa da un supporto metallico così da assumere una forma a sella quando era riempita coi caepelli.
Fontage: acconciatura decorativa composta da pizzi e nastri, attraverso i quali passavano sottili ciocche di capelli. Il nome ricorda una favorita di Luigi XIV, Marie Angélique de Fontanges.
Fu proprio un’elegante giarrettiera all’origine, casuale, di questa moda assai duratura. Infatti, quando la bellissima favorita el re vide disfarsi l’aristocratica acconciatura delle sue chiome, durante una corsa a cavallo, con notevole presenza di spirito si tolse una delle sue giarrettiere ornate di pietre preziose e con questa rialzò i capelli trattenendoli. Il fatto suggerì un’acconciatura che, essendo piaciuta al re, merito anche della bellezza di colei che si era trovata a sfoggiarla per prima, divenne subito in voga. Tant’è che rimase di moda fino al 1860, cioè circa un quarto di secolo. Merito e potere di quel capolavoro di civetteria femminile che è una giarrettiera…
Frangette: pettinatura con i capelli corti e portati sulla fronte, comparsa verso la fine del XIX secolo. Di moda tra le giovani, nei paesi di lingua tedesca era detta Ponyfransen poichè ricordava la frangetta del pony.
Ricorda invece la coda di un cavallo, la celebre e democratica “coda”: intrecciata o meno, è stata adottata sia nelle acconciature femminili che maschili, in quasi tutte le epoche.
I capelli che la costituiscono possono essere anche falsi: nell’Antico Egitto la coda era posticcia ed era simbolo di regalità. Code e trecce furono di moda nel Medioevo e nelle parrucche maschile del Settecento.
Nel nostro secolo e in quello passato code posticce sono state adottate per le elaborate acconciature femminili da sera. Dal 1962 impazza la moda della “coda di cavallo”: capelli legati dietro la nuca, un ever green che si prosta a tante varianti.
Un pò come lo chignon: da quello elegante mood ballerina a quello annodato sulla testa, ben tirato sulle tempie, chiamato knotter che ricorda la pettinatura di Eva Kant. Un’acconciatura che sta bene a tutte, ingentilendo i lineamenti, incerbiattando lo sguardo ed esaltando il trucco. Semplice da fare con l’aiuto di un’apposita ciambella di rete multistrato ( acquistabile nei negozi di parrucchieri e per ballerine) che si chiude attorna alla coda. “Annodarsi” diventa davvero un gioco da ragazze!!
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